lunedì 18 giugno 2007

Un pieno di aria, grazie!

Non è fantascienza, ma in India hanno inventato una macchina che va ad aria compressa. La macchina in questione si chiama Citycat e sarà presto venduta anche in occidente in Paesi come la Francia, la Germania e gli USA.
Dietro a questa novità c'è il grande colosso automobilistico indiano Tata che da un po' di tempo ha stretto accordi anche con la Fiat.
La macchina in questione è un piccolo gioiello, capace di andare al massimo alla velocità di 100 Km/h e di fare 200 Km con un pieno.
La Citycat ha un motore a due cilindri con dentro un pistone messo in una posizione tale da non muoversi in sincronia con l'albero motore: per il 70% della rotazione, il pistone rimane in cima al cilindro rendendo così più efficiente il motore.
All'inizio costerà circa 12700 dollari, una cifra non esorbitante considerando le innovazioni introdotte.
Ecco cosa è scritto nell'articolo di Maurizio Ricci "Aria compressa al posto della benzina. Dall'India arriva Citycat, l'auto del futuro", tratto da Repubblica.it del 6 giugno 2007:

"Arrivate al distributore con la macchina in riserva, ma mentre tutti gli altri fanno la coda alla pompa di benzina, voi andate direttamente alla colonnina d'aria per controllare la pressione delle ruote. Infilate il tubo nel serbatoio e... pfft! in 3-4 minuti avete fatto il pieno. Passate alla cassa, versate un euro e mezzo (contro i 60-70 degli altri) e ripartite sereni. La vostra macchina ad aria vi porterà per altri 200 chilometri fino al prossimo pieno. Non è un cartone animato e neanche uno spot visionario di qualche gruppo estremista dell'ecologia.
Dietro il progetto c'è la Tata, il più grande gruppo automobilistico indiano, appena reduce da un ambizioso accordo strategico con la Fiat. E, se tutto andrà come previsto, con qualche piccolo aggiustamento (ci vorrà un compressore ben più potente di quello delle ruote per sparare 340 litri di aria nel serbatoio), quella scena comincerà a svolgersi in India fra poco più di un anno, nell'agosto 2008, quando la Tata metterà in commercio le prime seimila Citycat, macchine ad aria compressa capaci di andare a 100 km l'ora e a emissioni zero, neanche una molecola di anidride carbonica e di effetto serra. E l'India sarà solo il primo passo: ci sono già accordi per portare la Citycat in 12 altri paesi, fra cui Germania, Francia, Usa, Spagna, Brasile, Israele e Sud Africa.

Ai profani, il motore ad aria compressa appare un incrocio fra la locomotiva a vapore e il vecchio, caro fucile Flobert dei giochi di antichi bambini. L'idea non è nuova. Guy Nègre, la cui Mdi è il partner della Tata nel progetto, ci lavora, con alterna fortuna e parecchie false partenze (compresa una italiana, con la Eolo) dal 1991. Sostanzialmente, si tratta di un motore a due cilindri, dentro cui si muove un pistone. Grazie ad un particolare design, il pistone non si muove in sincronia con l'albero motore. Per il 70% del tempo di rotazione dell'albero motore, il pistone resta fermo in cima al cilindro, consentendo alla pressione interna di crescere. Questo ritardo aumenta l'efficienza complessiva del motore, che si mette in azione quando l'aria compressa, sparata nel cilindro, fa muovere il pistone, esattamente come succede con il motore a scoppio. Quando l'auto si ferma, si ferma anche il motore, che riprende a funzionare quando si pigia l'acceleratore. Non ci sono marce, sostituite da un computer. Semplice com'è, richiede manutenzione praticamente zero e un cambio d'olio ogni 50 mila chilometri. Anche le emissioni di anidride carbonica sono zero, salvo quelle legate all'elettricità per far funzionare il compressore al momento del pieno.
Ad aria, però, non si va più veloce di 50 chilometri l'ora, cioè in città. Su strada - come accade anche con le ibride benzina-elettricità - entra in funzione un normale motore a scoppio. In compenso, non c'è bisogno di andare dal distributore, per l'aria. A casa, si attacca la spina della corrente e un compressore interno, in 4 ore, ricarica il serbatoio [...]"

Ecco un video sulla Citycat trovato su YouTube:



Speriamo che questa macchina abbia successo perché sarebbe una vera rivoluzione!

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