venerdì 14 agosto 2009

Aiuti alle banche e tasse ai depositanti

BCE e FED per tentare di superare la crisi hanno stampato moneta abbassando i tassi di interesse. Corretto, soprattutto in periodi di grave crisi è necessario l'intervento dello Stato per stabilizzare e tornare a far crescere l'economia: Keynes docet.
Visto che la Banca centrale del proprio Paese era disposta a concedere prestiti allo Stato creando nuova moneta, Obama ha disposto ingenti misure per cercare di arginare la disoccupazione crescente a tal punto da paventare la riproposizione della Grande Crisi del '29. Gli interventi pare che stiano cominciando a dare frutti, anche se da qui a dire che siamo usciti fuori dalla crisi ce ne vuole!

Obama ha fatto quello che altri hanno fatto un po' ovunque nel mondo, persino in Cina (con effetti anche migliori a quanto pare). C'è da sottolineare, però, che le uniche a beneficiare veramente di questi stimoli sono state le banche. Proprio loro, quindi, che stavano facendo crollare l'intero sistema economico dei Paesi occidentali a causa delle loro operazioni finanziarie azzardate, da untori hanno rivestito il ruolo di contagiati.
Capisco che se fossero crollate, i danni sarebbero stati ancora più allarmanti, ma penso che sarebbe stato necessario dare delle punizioni importanti ai manager e direttori, cacciandoli dal loro ruolo ove ritenuto necessario. Altrimenti le banche si sentiranno sempre al sicuro perché lo Stato e quindi i contribuenti ripianeranno le loro passività, venendo a mancare l'aspetto disciplinante insito in una crisi.

Tutto lo zelo prestato dai governi a favore delle banche, non l'ho visto speso per i cittadini, vittime di chi ha fatto del profitto ad ogni costo uno stile di vita benedetto dai soldi. In USA, ad esempio, molta gente non è riuscita più a pagare il mutuo (è proprio da qui che nasce la crisi) perdendo casa e possibilità future, visto che, soprattutto in america, a chi non è riuscito ad onorare il proprio debito difficilmente verranno concessi nuovi prestiti.
In Italia abbiamo visto, e continuiamo a vedere, piccole e medie imprese chiudere e, invece, grandi aziende come la Fiat mandare gli operai in cassa integrazione mentre si prodiga a fare "spese" all'estero.
Per me tutto questo è inaccettabile. In futuro dovremo pagare con le tasse i debiti contratti dai nostri governi, quando a beneficiare della spesa elargita saranno state in gran parte escluse le classi sociali più in difficoltà.

Mentre i governi sostengono le banche, queste stesse banche non solo non sostengono a dovere le piccole-medie imprese, che sono l'ossatura del nostro Paese, ma nei conti correnti fanno pagare le tasse sugli interessi di competenza in rosso. Questo è quanto ho letto questa mattina in una significativa lettera inviata a "la Repubblica" da Vittorio Grondona.
La lettera si intitola "Pago le tasse sui miei interessi in rosso" ed è la seguente:


"Quando ci raccontavano che le banche erano entrate in crisi e quindi per il rilancio dell'economia era giusto aiutarle, quasi mi veniva da piangere. Poi, facendo un giretto, ho notato che dove prima c'era un'attività commerciale ora c'è una filiale di banca. Dopo avere esaminato l'ultimo estratto conto della banca dove ho in deposito i modesti miei risparmi di una vita e dove viene versato ogni mese il mio stipendio, mi sono accorto amaramente che gli interessi di mia competenza, per la prima volta in oltre 40 anni, tolte le spese fisse previste in contratto per i servizi vari, erano finiti in rosso. Del resto ad un tasso di interesse dello 0,01% non poteva essere altrimenti. Inoltre, ironia delle ironie, lo Stato pretende ugualmente il carissimo bollo sugli estratti conto e la tassa del 27% sugli interessi lordi. Il ministro delle Finanze ed il governatore della Banca d'Italia avranno le loro convincenti spiegazioni anche stavolta?"


A prescindere dalla banca specifica dove deposita i suoi risparmi questo signore di Bologna, è mai possibile che una cosa del genere possa avvenire? Le banche non dovrebbero salvaguardare corrispondendo un giusto interesse a coloro che, depositando i soldi in un conto corrente, permettono loro di creare ulteriore moneta dal nulla grazie allo strumento della riserva frazionaria? Se un domani, per protesta o per paura di perdere i propri risparmi, tutti i cittadini togliessero i loro soldi dai conti correnti, che fine farebbero le banche?

2 commenti:

Masaghepensu ha detto...

Parole sante le Tue perciò, tutta la
mia solidarieà. Buon Ferragosto se ne avrai la possibilità.
Masaghepensu
(Ma se ci penso)

Giovanni Tonetti ha detto...

Grazie Masaghepensu! Anche se forse troppo tardi, buon Ferragosto pure a te e buone vacanze.

Ciao