domenica 16 agosto 2009

L'ipocrisia dei (alcuni) credenti che vanno in Chiesa

"Udite la parola del Signore,
voi capi di Sòdoma;
ascoltate la dottrina del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?»
dice il Signore.
«Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di giovenchi;
il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede da voi
che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili,
l'incenso è un abominio per me;
noviluni, sabati, assemblee sacre,
non posso sopportare delitto e solennità.
I vostri noviluni e le vostre feste
io detesto,
sono per me un peso;
sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani,
io allontano gli occhi da voi.
Anche se moltiplicate le preghiere,
io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi,
togliete il male delle vostre azioni
dalla mia vista.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova»."
Isaia 1, 10-17


In questo brano scritto dal profeta Isaia, Dio se la prende con gli ipocriti. Coloro che seguono esteriormente e pubblicamente i precetti religiosi quando di fatto conducono una vita che non segue affatto il volere di Dio.

Questo brano è estremamente attuale. Tanti amano definirsi bravi cristiani, non perdendosi una Messa la domenica: spesso questi falsi credenti sono peggio delle altre persone, peggio di quelli che loro definirebbero pagani.

Io sono cresciuto in una famiglia cattolica e sono stato educato a seguire i precetti biblici. Da parecchio tempo mi sento distante da questa religiosità che a volte trovo solamente apparente. Ferventi cattolici pronti a condannare i peccati altrui con una veemenza che trovo simile alla violenza: le parole spesso possono far più male della spada, come si suol dire.
Uomini come ad esempio l'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, divorziato e pubblico peccatore (basta vedere la vicenda ribattezzata col nome "Puttanopoli") che condanna le coppie di fatto e tutti coloro che, costretti a vivere attaccati ad una macchina come Welby, decidono di terminare le cure e morire serenamente.
A proposito di Welby...
Io sono rimasto choccato quando la Chiesa Cattolica si rifiutò di fare il funerale religioso. Una famiglia molto religiosa che si è vista negare una funzione che viene impartita anche per l'ultimo dei peccatori. Per assassini come Pinochet invece, il funerale non è stato negato e questo basta per far notare le contraddizioni in seno al Vaticano.

Lo ammetto: questa critica non proviene da un buon cristiano. Vado a Messa di rado e capisco che questo non sia corretto. Spesso a quelli come me, che non si sentono di andare tutte le domeniche in Chiesa, i preti usano fare una similitudine: "Se un tuo caro amico ti invitasse a passare del tempo con lui, tu rifiuteresti?". In questa accezione, il "caro amico" sarebbe Gesù, un amico sempre pronto ad aiutarti e ad accoglierti a braccia aperte.

Bellissima similitudine, piena di significati. Tuttavia a me non piacciono, usando sempre la stessa similitudine, gli "altri ospiti", le persone che vengono a casa di questo mio amico. Tutte quelle persone che di fronte al mio amico dicono di volergli bene, ma che appena usciti dalla sua casa, sparlano e conducono una vita completamente diversa da quel che dicono in apparenza.

Ecco cosa mi dà fastidio! Secondo me, chi è veramente religioso dovrebbe avere una sensibilità maggiore degli altri, amare la vita in tutte le sue forme senza lamentarsi continuamente, un senso di carità radicato e una comprensione maggiore dei deboli, degli afflitti, degli sfruttati. Tanti religiosi sono tutto fuorché questo.
Pronti a disprezzare gli stranieri, violenti nei modi e nelle parole, capaci di offendere e condannare il prossimo se segue stili di vita differenti dai loro "credo".
Tanti sono attaccati al denaro e per il profitto sarebbero disposti a tutto, disposti a sfruttare i più indifesi e a violentare la natura.

Dove sta l'umiltà?
Dove sta la spiritualità?
Dove sta la carità e l'amore verso il prossimo?
Dove sta la compassione?
Dove sta la voglia di lottare per combattere i potenti e gli sfruttatori, non con la violenza ma con l'amore, così come Gesù ci ha insegnato?

Non so se un credente di un'altra religione si comporti allo stesso modo. Secondo me, almeno nel mio Paese dove la religione cattolica è in pratica la religione di Stato, sì.
Per la gran parte dei credenti, a mio parere, la religione rientra tra le tradizioni da rispettare. A me questa idea non piace: la religione dovrebbe essere qualcosa che si cerca e si ottiene in seguito a un percorso profondo. Invece cattolici si è dalla nascita per mezzo del battesimo: né un percorso personale, né una scelta.

Molte domande, poche risposte, sempre in ricerca di un senso.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

La penso pure io come te. Io vado in chiesa, ma non sempre stato assiduo frequentatore, ho sempre cercato di essere una brava persona. In chiesa, mi sembra di andare in un circolo, dove tutti guardano gli altri e commentano. In questo momento della mia vita mi piacerebbe seguire religioni/filosofie come il taoismo o il confucianesimo e il buddismo.