giovedì 15 aprile 2010

I Radicali e la pedofilia

Come potevano non mancare i Radicali italiani nel fare la voce grossa contro la Chiesa Cattolica in questo momento di grande difficoltà? Mi sarei stupito del contrario perché ogni scusa è buona per fare qualche battaglia laicista.


Ieri sera, andando sul sito di Beppe Grillo, mi ritrovo a leggere un intervento del deputato radicale Maurizio Turco il quale, di fronte a San Pietro, ha fatto questa dichiarazione:

"Le violenze sessuali commesse da membri del Clero nei confronti soprattutto di minorenni, sono legate una cultura sessuofobica che ha come diretta conseguenza che dalla sessuofobia si passi alla violenza sessuale. Il cardinale Ratzinger, insieme al cardinale Bertone, che oggi sono uno papa e l'altro "ministro degli Esteri" della Città del Vaticano", decidono attraverso una lettera - "de delictis gravioribus" - di far sapere ai vescovi di tutto il mondo che il documento del '62 è tuttora valido. Ma quel documento nessuno lo conosceva, era un documento segreto. E quindi è solo nel 2001 che si viene a conoscenza di un documento segreto che parlava proprio di come trattare i casi, che loro chiamano "crimine di sollecitazione" che suona meglio di pedofilia. Era giustificato dal fatto che c'erano sempre maggiori casi che venivano fuori soprattutto in America, ma non solo."

Non perdo nemmeno il tempo sull'affermazione che "Le violenze sessuali commesse da membri del Clero nei confronti soprattutto di minorenni, sono legate una cultura sessuofobica che ha come diretta conseguenza che dalla sessuofobia si passi alla violenza sessuale"... Una sciocchezza che non merita nemmeno di perderci del tempo.

Volevo invece sottolineare l'ipocrisia e l'ambiguità dei Radicali proprio sul tema della pedofilia.
Parto subito col dire che la Chiesa ha commesso dei gravi errori e proprio da questo blog in passato ho affrontato questa piaga. Tuttavia solo chi non vuol vedere non prende atto di quanto sta facendo Papa Benedetto XVI. Ha preso di petto senza remore il problema dei preti pedofili come nessun Suo predecessore ha mai fatto nel passato. Invece di attaccarlo "a priori", bisogna sostenerlo e non lasciarlo solo in questa pulizia di questo aberrante male. Ma i media questo non lo vogliono sottolineare perché evidentemente è più importante vendere copie che ricercare la verità.

Ma a parte questo, i Radicali hanno avuto in passato anche posizioni diciamo "ambigue" sul tema pedofilia. Mi riferisco a personaggi di spicco come l'ormai (e insopportabile) ex portavoce radicale Daniele Capezzone ed il segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato.

Ho recuperato su internet (http://radicicristiane.spaces.live.com/blog/cns!F8E0AB21C0FC7EA9!522.entry?sa=139170245) delle loro allucinanti posizioni che ora vi riporto qui di seguito:

"[...]Il 5 dicembre 2001 Radio Vaticana ha intervistato (proprio a proposito di quel convegno) Daniele Capezzone, portavoce dei Radicali, che si è espresso in questi termini: «la pedofilia al pari di qualunque orientamento e preferenza sessuale, non può essere considerata un reato».
Di fronte alle polemiche che si sollevarono sull'interpretazione della frase Capezzone spiegò che: «Nessun ordinamento può criminalizzare un orientamento sessuale in quanto tale, come "stato", come "condizione", come "essere". Ogni orientamento sessuale, ogni preferenza, ogni scelta potranno e dovranno invece essere perseguiti se e quando si tradurranno in comportamenti violenti e dannosi per altre persone, minori o maggiori che siano. Criminalizzare i "pedofili" in quanto tali, al contrario, non serve certo a "tutelare i minori" ma solo a creare un clima incivile, né umano né -vorremmo dire- cristiano».
Quindi basta che il bambino sorrida mentre viene violentato, e il comportamento non è violento e dannoso. Non criminalizziamo, suvvia.

Un'altra "anima radicale", tale Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, ha difeso al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito. Va detto che questo individuo è sempre in prima linea quando si tratta di denunciare la "pedofilia in Vaticano". Ipocrisia? No, anzi: coerenza assoluta. Cappato desidera che la pedofilia venga regolata da leggi, così non ci sarebbe violenza ma soltanto "amore". Inoltre questo tipo di amore farebbe bene alle casse dei soliti ignoti, poiché il business del commercio di materiale pedopornografico permette affari d'oro.

Dal sito Archivio del Novecento (Istituto: Archivi Radicali; Fondo: Marco Cappato; Serie 4: Diritti umani e dei cittadini; Sottoserie 8: Prostituzione, pedofilia, razzismo, privacy 1995-2003) apprendiamo che Marco Cappato ha ricevuto una lettera da William Andraghetti, pedofilo orgoglioso di esserlo, che così gli scrive (10/03/2002):

«Gentile sig. Cappato, tempo fa le avevo inviato una domanda alla quale, per ora, non ho avuto risposta. Le chiedevo: che cosa intendono fare i radicali nei riguardi del problema pedofilia? Io sono pedofilo e gradirei che il suo partito prendesse una posizione chiara sulla pedofilia. Avete progetti, iniziative? Oppure, visto l'argomento scomodo, avete pensato di soprassedere? Grazie. William.»

Ecco la risposta di Cappato (10/03/2002):

«Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet e la sottovalutazione dell'impatto della pedofilia "domestica". Al tempo stesso siamo stati rigorosi - vedasi l'azione di Olivier Dupuis - nel denunciare le coperture di casi di violenze sui minori realizzati in ambienti "di potere" in Belgio.»

Due giorni dopo, una utente che si firma "Interdetta", chiede spiegazioni riguardo a questo intervento non troppo chiaro:

«Ciao, potresti spiegarmi cosa significa che voi radicali vi siete battuti contro "i metodi di caccia alle streghe sui casi di pedofilia (ok, fin qui ti seguo), così come il proibizionismo su Internet e la sottovalutazione dell'impatto della pedofilia domestica"? Non mi è affatto chiaro, posto che la battaglia di Dupuis in Belgio è stata grande. Ciao.»

Ed ecco l'incredibile replica di Cappato (16/03/2002):

«Al centro delle varie operazioni antipedofilia c'è; stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili. Al tempo stesso si è trascurato il fatto che la stragrande maggioranza degli episodi di abusi sui minori avviene tra le mura domestiche.»

In merito alla prima lettera, posso solo ricordare che William Andraghetti è un operatore turistico bolognese, frequentatore di circoli esoterici e caro amico del capo di una infame setta satanica italiana. Andraghetti sostiene che «la differenza tra il pedofilo e il violentatore corrisponde a quella tra proporre e imporre [...] il pedofilo propone un rapporto a un minore, che può accettare o rifiutare, mentre il violentatore si prende comunque il piacere con la forza». Il pedofilo Andraghetti è stato condannato nel 1987 per violenza carnale su minori, ma per fortuna il gruppo di scrittori Luther Blisset ha permesso a questa persona di difendersi attraverso il loro sito internet, con frasi del tipo: «per alcune categorie di imputati, ieri la "banda dei pedofili" e oggi la "banda dei satanisti", non ci sarà mai vera giustizia e nessuna tutela» e «per chi è diverso la giustizia non potrà mai esistere»).
Possiamo forse capire perché Andraghetti chieda al Partito Radicale (e non ad altri) che cosa si stia facendo di concreto per rendere la pedofilia legale. [...]"

Non mi sembra quindi che i radicali siano i più adatti a fare la morale agli altri su questo tema...

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